Cap. 10 Note e Citazioni


    1. - Note richiamate nel documento


  1. I gradi di parentela d'ora in poi sono quelli riferiti a partire dai "Soggetti Base" .(Consultare quindi l’elenco per gradi di parentela nel Cap.5 e Cap.9.) Il numero posto tra parentesi graffe ex: {120} (ved. Cap. 2.5) deve essere inteso come il numero che contraddistingue univocamente il soggetto all’interno della catalogazione utilizzata per l’intera ricerca (metodo Eytzinger). Le parentele collaterali vengono invece distinte dal progressivo riferito al progenitore secondo una lettera alfabetica progressiva.

  2. Ludovico Giordano , Oneglia Sabauda ,- Oneglia 1928 pag.63

  3. Francesco Ramoino , Memorie storiche di Pontedassio, - Sanremo 1936 Oneglia 1978 pag 135

  4. Nino Lamboglia, I monumenti medioevali della liguria di ponente, -Torino 1970-pag. 51 e seg.

  5. A.Mela, La valle del Maro: Paesi e famiglie nel sei e settecento,-Sanpaolo 1972- pag.29

  6. Francesco Ramoino, Memorie storiche di Pontedassio , -Onrglia 1978-pag. 9

  7. Nilo Calvini , Formazione di comuni rurali nella liguria occidentale, pag.6 e seg.)

  8. Fulvio Ramella ,Ricerca geografico-umana nella valle dell'Impero, pag. 161 e segg.

  9. Valore ricavato dalla Guida d'Italia vol. "Liguria" del Touring Club Italiano - Milano 1982

  10. L'intero elenco delle citazioni ordinate per ogni singolo testo è contenuta nel cap. 3.3

10bis)G.L.Le Rouge "Carta del Piemonte e Monferrato" 1744 Torino Archivio di Stato,Corte,Carte topografiche segrete,Piemonte.

  1. Giuseppe Figari, Memorie storiche della città e provincia di Oneglia ,- Genova 1814 -pag. 43

  2. Ludovico Giordano , Oneglia Sabauda, , pag.40

  3. Emidio De Felice: I cognomi degli Italiani

  4. Francesco Ramoino , Memorie storiche di Pontedassio ,-Sanremo 1936 pag. 65

  5. Francesco Ramoino , op.cit. pag. 9

  6. Riccardo Adalgiso Marini, Gli statuti di Villafranca Piemonte , pag. 35 e 49

16bis) Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis , pag. 278

  1. I gradi di parentela sono sempre riferiti ai "soggetti base". ved. Elenco per gradi di parentela in APPENDICE A

  2. a cura di Marina Maudraz e Mariella De Vietro da: Schegge ed appunti per una storia locale. Alpignano.

  3. cfr. Emidi De Felice: I cognomi italiani

  4. Definizione tratta dal l'Enciclopedia Garzanti, vol.2 ,Milano 1963

  5. Maner Lualdi : Italiani per aria - Milano 1968

  6. Comunicato tratto da "la Stampa" del 9-3-1939

  7. da Corona Andrea in Diz. della storia dell'Arte in Italia vol.2

  8. cfr. testo edito a cura dell'Associazione di misericordia - gruppo AIDO- di celle sul Rigo, CELLE: immagini di memorie e ricordi di un paese antico. Ed. donchisciotte 1992

  9. Nicoletta Innocenti:,Celle sul Rigo: Brevi cenni storici , da AA.VV. 1987

  10. Bartolomeo Gherardini, Visita fatta nell'anno 1676

  11. pag. 20 - Giulio Lazzati:,Ali nella Tragedia, Gli aviatori Italiani dopo l'8 settembre ed. Mursia 1997

  12. sito internet : www.comunedisancasciano.it

  13. Francsco Biga: La Valle d’Oneglia negli Statuti dei Doria Imperia 1991

  14. Sito www.labo.net

  15. sito L'ANCORA - Riccardo Brondolo - Questioni di nomi e di terre.htm


    1. - Citazioni tratte dai testi consultati Legenda dei riferimenti bibliografici

rif. c. riferimento che ha il cognome dei "Verda” come argomento della citazione.

rif. t. riferimento che ha la topografia ed i luoghi come argomento della citazione. rif. b riferimento che comporta la conoscenza di un interesse bibliografico.

rif. s riferimento che ha un evento storico come argomento della citazione.

rif. d riferimento che ha un dato demografico come argomento della citazione.


Ludovico Giordano " Oneglia Sabauda" Oneglia 1928

rif. c pag. 40 30 Aprile 1576 - Vendita della Signoria di Oneglia fatta dal signor Gian Girolamo Doria al Duca Emanuele Filiberto <<Al nome della Sancta et individua Trinità [...] Io Pietro Giorgio Verda Notajo Pubblico di Oneglia ho rogato il soprascritto istrumento insieme col suddetto Signor Luigi Nicolò Caluxio et + Honorato Baldovino[...]>>


rif. c pag. 63 <<Gli abitanti ammaestrati dalle dolorose esperienze dei passato e giustamente allarmati [...] abbandonano in massa il suolo nativo e si disperdono chi nel Genovesato, chi in Sardegna, in Toscana, persino in Sicilia: la maggior parte si avvia in Piemonte.<<[....]di questo esodo rimane tuttora traccia in parecchi paesi delPiemonte specialmente in Torino. È a tale epoca che risalgono i cognomi originari del nostro principato, quali Briatore, Ramoino, Calzia, Semeria, Verda ecc. Tuttora così numerosi nella capitale subalpina, soprattutto nella classe degli esercenti specializzatisi nel commercio degli olii, paste alimentari, pesci conservati ed in generale di quelle derrate comprese appunto lassù sotto la denominazione di "generi di riviera” >>.


Francesco Ramoino " Memorie Storiche di Pontedassio" Sanremo 1936 Rist. anastatica Oneglia 1978


rif. s pag. 9 << Il dominio Carolingio durò poco più di un secolo e finì con la morte di Carlo il Grasso nell'888. Durante esso accaddero due fatti importanti: primo si istituirono i ducati, i marchesati, le contee, che di nomina regia prima, diventarono poi ereditari costituendo il feudalesimo: secondo comparvero nell'849 i Saraceni che saccheggiarono impunemente il nostro litorale. I Saraceni erano mori di razza Araba che avevano conquistato la Spagna e di la parte per mare, parte per terra, si erano mossi nell'89 per invadere e fortificarsi a Frassineto alle falde dei Monte S. Mauro presso Villafranca. Guerrieri feroci e brutali vivevano di pirateria menando stragi, distruggendo città e paesi annidati a Frassineto, facevano quando a quando degli attacchi contro i paesi marittimi della nostra costiera. Dopo averli occupati e distrutti avanzavano per le valli uccidendo e rubando. In tal modo aumentarono di potenza e di numero e di audacia sino a spingersi nei 935 ad Acqui, nei Monferrato ed alle porte di Torino. In quell'epoca fu distrutto Castelvecchio, che diede poi origine a Borgo, Barcheto, Costa, Costiolo, Oliveto. E in quell'epoca anche la popolazione della valle concorse a costruire il castello di Bestagno, il quale doveva servire come rifugio contro le incursioni dei Saraceni, poco dopo furono costrutte delle Torri per comunicare, dal mare all'Alta Valle, il prossimo avvicinarsi dei tanto temuti mori.


rif. t pag. 11 <<La signoria dei Vescovi nella Valle di Oneglia all'epoca della vendita ai Doria 1298 comprendeva i castelli e le castellanie Oneglia, Bestagno, Pontedassio, Testico, Torria, Chiusanico, Gazzelli coi paesi e villaggi da essi dipendenti. I quali erano Oliveto, Malpertugio, Costa, Costiolo, Costa Rossa, Barcheto, Borgo, Vialla Viani, Villa Guardia [...]>>.

rif. n pag. 19 << [...] Senonchè dopo la sua morte (1537) il figlio erede Gian Gerolamo si vide contestato il diritto di primogenitura dal fratello cadetto. Donde litigi che poi furono composti. Gian Gerolamo venne in urto con la popolazione perchè voleva dare il giuramento al Podestà nel castello invece che nel Palazzo comunale in presenza dei padri dei medesimo. Se ne adontò e vendette la Signoria ad Emanuele Filiberto di Savoia non compresi Cesio e Testico che ritenne in Signoria particolare, per 41.000 scudi d'oro e tanti feudi col titolo di marchesato del reddito di

1.500 scudi d'oro annui in Piemonte in paesi di sua scelta, con strumento rogato in Nizza Palazzo Ducale 30 Aprile 1576, rogato notaio Luigi Calusio di Ciambery, Onorato Balduino di Nizza, Pietro Verda di Oneglia.

rif. s pag. 22 maggio 1576 - << L'indomani del giorno della compera della Valle di Oneglia, Emanuele Filiberto detto Testa di Ferro ricevette l'omaggio e il giuramento di fedeltà di tutti i valligiani.>>


rif. c pag. 22 Il 27 Aprile 1584 (Carlo Emanuele ndr.) << rinnovò il giuramento di fedeltà alla valle riconfermandole gli antichi privilegi. In seguito ad una controversia dell'anno successivo che'gli ebbe con Genova, per i confini della giurisdizione di Pornassio, mandò nei 1587 il Signor Marco Antonio Ribotti di Pancalieri per ricevere da tutti i paesi della Valle di Oneglia la consegna di qualsiasi scrittura, instrumento o testimonianza riguardante i diritti sovrani. La raccolta dei quali documenti degli antichi feudatari trovasi coi nome di "consignamento dei Ribotti” nell'Archivio di Stato di Torino, opera pregevole e fonte delle antiche notizie di nostra valle. >>


rif. c pag. 23 Il 24 febbraio 1587 <<[...]riconobbero che S.A. possiede in Pontedassio un edificio di olio da una ruota, e in esso edificio un follo da follare il panno, confinante a sopra dalla via pubblica, ai di sotto con la fiumara, Zanettin Agnese e suoi fratelli e Messier Pasquale Calvo e suo fratello. Più un altro edificio da olio, sito in Borganzo, il quale si trova rovinato e a cui sono confini al di sopra la via, al di sotto il fossato e dall'altro lato Antonio Verda. Più un mulino a due ruote [...]>>

rif. s pag. 33 Dal 1760 <<[...]comincia nella nostra valle il secolo dell'oro [...] I negozianti aumentati di numero si diedero a fabbricare truogoli e ad immagazzinare olio >> quei di Oneglia commerciando con l'estero, quei di Pontedassio col Piemonte per mezzo di numerose chiere di muli carichi di pelli di capra, ripiene d'olio, ed aprendo negozi al minuto a Torino. >>

rif. s pag. 38 1790 <<[...] Acquistatosi in tal modo la simpatia dei francesi, il Berio fu creato maire (sindaco ndr.) del paese, nonché delle due Ville (Villa Viani e Villaguardia) e di Bestagno. Quando questi dovettero allontanarsi gli lasciarono per scorta un buon numero di soldati francesi. Governò con energia e si dimostrò spesso sanguinario e violento. Impose a Villa Viani di pagare entro un breve periodo di tempo una rilevante somma di danaro contante. Visto che però il pagamento procedeva per le lunghe, mandò vari soldati alla Villa per fare ostaggi. Quattro giovinetti appartenenti alle migliori famiglie, legati due a due con una corda venivano condotti alle carceri di Pontedassio. Senonchè uno dei quattro certo Viani Nicolao di Francesco, accortosi che la fune cedeva, giunto dietro la chiesa di Villaguardia, sotto il portico della canonica, riuscì a liberarsene e a correre disperatamente per il viottolo vicino che mette nella strada mulattiera per Pontedassio mentre alcuni dei soldati lo inseguirono senza raggiungerlo gridando[...]. Gli altri tre, messi in carcere dovettero per ottenere la libertà sborsare la somma richiesta

>>.


rif. t pag. 40 Fu invece esonerato da ogni tassa nei 1802 il comune di Villaguardia perchè quasi interamente distrutto da una frana del soprastante monte e dallo scoscendimento dei sottosuolo eroso dalle piogge dirotte di tre giorni e tre notti nonché precedentemente dai torrente "Gazza”. Di tale rovina esistono ancora tracce nella località detta "Scunscia".


rif. c pag. 59 Don Verda Damiano teologo (1830-1913). << Nacque in Pontedassio. Frequentò le scuole di Oneglia e di Albenga. Passò poscia, ordinato sacerdote, all'Università di Torino ove fu brillantemente laureato in filosofia. Fu professore in vari istituti dei Piemonte. Buon conoscitore della storia di Pontedassio; non lasciò scritto alcuno. Morì l'11-6-1913 nel paese natio all'età di oltre 83 anni, nel locale ricovero, lasciandovelo per testamento erede universale >>.


rif. t pag. 65 Dalla chiesa di San. Michele di Bestagno si separarono le seguenti chiese:[...] San Matteo di Villa Guardia col titolo di prevostura, nel 1490. Da cui l'Assunta di Villa Viani nei 1619 col titolo di rettoria.

rif. s pag. 65 <<[...] laddove descrivendo la separazione del 1571 delle due chiese fatta per decreto vescovile racconta che le due chiese furono dichiarate separate per maggiore comodità dell'una e dell'altra popolazione e minor disagio del Parroco che amministrava anche la Cappella di San Sebastiano della Costa dei Verdi (attuale Bestagno) [...] >>


rif. c pag. 66 Sulla chiesa di S. Margerita di Pontedassio << Un altro sintomo di antichità della chiesa era il gradino in marmo bianco della porta centrale che portava scolpita un’ antica iscrizione in lettere stravaganti, cancellate dal calpestio del popolo secondo il Pira, e che il teologo Verda mi affermò rotta e dispersa durante la restaurazione dei 1879 [...]>>

rif. c pag. 73 Descrivendo e trattando dei convento dei PP. Agostiniani: << In prima pagina, scritte a mano, leggonsi le seguenti parole nello "speculum religiosorum del Padre Umberto de Romanis Bragundi stampato a Bologna 1688 << ad usum fratis Joannis Baptistae Verda Ordinis S. P. Augustini et Sanctae Chatarinae alumni [...]>>.


rif. c pag. 75 Descrivendo notizie sulla chiesa di S. Lucia nel 1598: << Nell'oratorio campestre di S. Lucia si celebrano le feste fra l'anno e in particolare nella sua solennita [...] con obbligo di un annuale per l'anima sua e un altro di L. 12 annue che si cavano da un pezzo di terra ceduto al detto oratorio da Gio. Maria Verda[...]>>


rif. s pag. 135 << nel 1700 i nostri oliveti soppiantarono pò per volta prima i seminativi poi i vigneti tantochè la popolazione abbandonò il poco redditivo mestiere dei caseificio e si dedicò completamente agli oliveti che rendevano molto per il continuo aumento del prezzo dell'olio e trascuravano il bestiame lattifero. Sul 1800 erano famose le squadre di muli che da Pontedassio e Villa Guardia partivano pel Piemonte carichi di otri, o " pelli” cioè pelli di capra conservate. La nostra valle costituiva la via più breve per trasportare l'olio in Piemonte ed era quindi la più battuta. Varie famiglie di Pontedassio apersero in Torino dei negozi d'olio ...>>

Ludovico Giordano " Memorie Onegliesi" Genova 1923


rif. c pag. 90 <<[...] stirpe dei Ramella [...]>>

rif. c pag. 118 Elenco dei notari passati a rogare nel '500: [...] Verda Nicolò [...] >>


rif. d pag. 122 Sui registri parrocchiali: << Il registro primo delle nascite comincia col 2 ottobre 1574 e finisce col 16 giugno 1581» annesso allo stesso fascicolo si trova un elenco di matrimoni dei quali il primo porta la data del 10 gennaio 1574 e l'ultimo quella del 6 ottobre 1578.>>


rif. c pag. 238 Il 24 Aprile 1528 << [...]nella trascrizione fatta dall'autore dell'obbligazione passata da uomini della valle d'Onegli di pagare a Stefano Doria soldi 20 moneta corrente in Genova [...] In nomine domini Amen[.... ] Joannes Verda Stephani [...]>>


rif. c pag. 240 24 Aprile 1528. La stessa obbligazione della nota precedente è siglata da:<<Ego Bernardinus Verda quondam Andree de Unelia diocesis albinganensis Imperiali et Apostolica auctoritate notarius premissis omnibus una cum suprrascriptis Egregijs dominis Luca et Filippo notarijs et testibus prenominatis interfui et ea rogatus scribere scripsi et in hanc publicam formam redigi quod extractum fuit per dictum Lucam >>.


rif. c pag. 242 21 Ottobre 1528 Altra trascrizione di una obbligazione passata tra gli uomini della valle e città di Oneglia e Stefano Doria .<<In nomine domini Amen [...]Baptista Verda q.+ Filipi[...]>>


Fulvio Ramella "Ricerca geografico-umana nella Valle dell'Impero " Tesi di Laurea Genova 1974 -75


rif. t pag. 24 <<Perdurando gli antichi contrasti con i sudditi ed essendone sorti di nuovi, i Doria vendono la Signoria ad Emanuele Filiberto di Savoia con atto dei 30-4-1576; tra gli altri luoghi sono venduti ” il castello e il borgo di Bestagno,[...] Pontedassio, Villa deGatti,[...] >>


rif. t pag. 25 È probabilmente in questi anni (1612 (ndr.) che si viene formando il centro abitato di Villa Viani il cui nome deriva dai fatto che moltissime famiglie della zona si chiamavano " Viani": questi fino ad allora vivevano in case sparse nella campagna tanto è vero che la chiesa di N. S. degli Angeli fino allora era “ chiesa campestre".


rif. c pag. 38 <<Nella prima metà dei '700 sono frequenti gli inverni rigidi e le gelate che rovinano le campagne: nei 1709 si ha un freddo intenso -9 C° che fa perire agrumi, viti ed olivi, molte famiglie emigrano ed i rimasti si sostentano col vendere la legna degli olivi abbattuti perchè ormai improduttivi e col piantare i cereali al loro posto ( Pira G. op.cit. pag.8-89). […]Che ci furono delle emigrazioni a causa di ciò è confermato da un atto di emancipazione, datato 11-3-1728, che dice : << [...]è comparso Mastro Sebastiano Verda, figlio di Francesco di questo luogo quali espone che essendo molti anni che esso si è partito dalla casa paterna di detto suo padre per andare nella città di Genova [...]>>.


rif. c pag. 98 <<Fra le registrazioni di morte dei 1787 si legge: Laurentius Verda (anni 64) << solus in cubicolo e scala praecipitatus">>.


rif. c pag. 104 Il morbo epidemico che scoppia all'inizio dei 1800 [...] i morti risultano in tutto l'anno 71 massimo assoluto contro solo 20 battesimi per un saldo di -59. Si registrano decessi in gennaio fra cui quello di una certa Giovanna Verda di 30 anni "delirio capta” [...] 10 persone muoiono in marzo tra cui un certo “ Vincenzo Verda di anni 40“


rif. d pag. 161 LA PARROCCHIA DI VILLA VIANI: <<Nell'Archivio parrocchiale della chiesa di N. S. degli Angeli in Villa Viani ho consultato due soli volumi: un "liber baptizatorum comprendente gli anni 1619-1805 ed un "liber baptizatorum et mortuorum” che va dal 1806 ai 1837>>.


La demografia nei 1600 : << Il centro di Villa Viani si è formato, come si è visto, nei primi anni dei 1600 ; una prova di ciò è costituita dai fatto che i registri dei battesimi risalgono appunto ai 1619 . Il fatto che la registrazione delle morti risalga solo fino ai 1806 significa che i registri più antichi sono andati perduti. Fino alla fine dei secolo la media annua dei battesimi risulta di 11. Il primo dato sulla popolazione risale ai 10 aprile 1637: ad una riunione dei Parlamento partecipano 24 capi di casa. per cui se ne deduce che il numero delle famiglie è senz'altro inferiore alle 40 unità. Pian piano la popolazione aumentò ed a fine secolo 1698 Villa Viani in quell'anno contava circa 80 famiglie che possono corrispondere a circa 320-400 abitanti>>.


La demografia nei 1700: <<In questo secolo non ho trovato dati di popolazione su Villa Viani tuttavia penso che la popolazione non aumentò di molto per due motivi: 1° la media annuale delle nascite di tutto il secolo risulta di 11¸ e

cioè di pochissimo superiore a quella dei secolo precedente. 2° da un pur approssimativo calcolo fatto risulta che all'inizio dei secolo successivo gli abitanti sono 400 circa, dato non molto differente da quello dei 1698>>.

La demografia dei 1800 : <<Dal 1800 ai 1860 la media annuale delle nascite passa da 11.8 a 15. Chiaro segno di un aumento di popolazione .[...] Tenendo conto che dal 1806 a 1840 il movimento naturale risulta positivo per complessive 110 unità e tenendo conto di eventuali migrazioni, si può pensare che ad inizio secolo gli abitanti di Villa Viani ammontassero a circa 400.[...]. Di qualcuna di queste migrazioni si può avere indirettamente notizia dall'indicazione dei luogo di morte >>: (varie persone morte in Piemonte prosegue il Ramella << come si vede anche per Villa Viani si può dire che i più emigrassero in Piemonte >>


rif. c pag .17 Vi fu un’epidemia nel 1854 (agosto-settembre) di colera mentre un certo Gio Battista Verda soldato dell'armata Sarda di anni 25 il 17 agosto morì nell'ospedale militare di Jeny Koy in seguito a diarrea.




rif. c pag. 181 LA PARROCCHIA DI VILLAGUARDIA:


La demografia nei 1500-1600: << Il primo dato di popolazione che conosco su Villaguardia è quello come ai solito del Giustiniani, il quale nei 1537 attribuisce a Villa dei Gatti, antico nome dei paese 70 fuochi. Il 10 aprile 1637 ad una riunione del parlamento partecipano 21 "capi di casa”. Alla fine dei secolo nei 1690¸ risultano abitare a Villaguardia 56 famiglie>>


La demografia nei 1700 : <<Ad una riunione dei parlamento il 1dicembre 172 parteciparono 40 "capi di casa per cui le famigli potrebbero essere 60 o poco meno» gli abitanti quindi possono essere 240-300>>.


La demografia nei 1800 : <<dal 1801 ai 1861 la media annuale dei battezzati risulta essete 12 unità. Nel novembre 1802 la frana che si abbattè sui paese non causò vittime. Nei periodo 1852-1860 il movimento naturale risulta complessivamente di 35. bisogna ritenere che la poplazione fosse scesa ad una cifra di poco superiore ai 400 abitanti>>.


Giuseppe Figari" Memorie Storiche della citta` e provincia di Oneglia" Genova 1814


rif. t pag. 7 Il contado di Prelà abbraccia Prelata sui fiume Prino, Casa dei Franchi sui Torrente Caramagna, Molini sui torrente Pantani, Prado sui detto torrente, Morteo, Torre, Valloria [...] Villa Viani all'origine dei fossato di Montegrosso.[...] La contea di Bestagno rinchiude Bestagno sui fiume Impero, Olivastri, Sarola, Villaguardia, Villagatti, Ursarola.

Rif. t pag. 28

anno 900 <<Margot o Margareta Governatrice del Castello di Bestagno dei Signori della giurisdizione d'Urn'Elia fondò la Chiesa che fu poscia sotto il titolo di S. Margherita di Pontedassio eretta in Parrocchiale, e si vede ancora d'antica fabbrica>>.


rif. s pag. 30 <<[...] e questa (Renata) contrasse matrimonio col Signor D'Urfè che nei 1575 permutò detti stati coi Duca di Savoia ricevendo in contraccambio Rivoli nè Taurini[...]>>

rif. c pag. 43 1298¸ 30 gennaro <<come rilevasi dagli atti di detto Consiglio, ossia Parlamento, ricevuti dai

notaro Verda ove fu detto [...]>>.


rif. n pag. 49 1528 24 agosto << In atti dei notari Bernardino Verda, Luca Allegro [...]>>.


rif. st pag. 86 1794 ¸ 4 aprile. I molti corsari che vi si armarono infestarono il mare ed il commercio e molti d'Oneglia mostrarono combattimenti il loro coraggio. Gli Onegliesi vollero opporre una seconda inutile resistenza alle forze francesi, che marciavano alla volta di Oneglia, di cui dopo molti fatti d'armi s'impadronirono ponendola a sacco. Tutti gli abitanti emigrarono, chi nei paese di Genova, chi nei Piemonte[...]

rif. t pag. 108 1802 <<Le dirotte piogge produssero un insacco, ossia sconciamento nelle campagne: molte regioni de' Cave precipitarono in mare con immenso danno non meno conseguente nella Valle: il luogo di Villaguardia rovesciò intieramente>>.


A. Mela " La Valle del Maro " Paesi e famiglie nel 6 e 700 " Chieti 1972

rif. s. pag. 29 <<Le valli della Ligura furono abitate fin dai tempi preistorici, come è provato dai materiale archeologico rinvenuto nelle caverne locali. Secondo Plutarco, i Liguri avrebbero occupato gran parte dell'Occidente in contrapposto agli Sciti, che abitavano l'Asia, ed agli Etiopi, che popolarono l’Africa. Sappiamo che i liguri furono in prevalenza boscaioli e che abitavano i monti, solo in un secondo tempo discesero verso il mare. Il ligure fu un popolo coraggioso, forte e rozzo. Quando i romani giunsero ad occupare le due riviere trovarono delle popolazioni ancora quasi completamente barbare; sotto l'influsso della civiltà latina andarono, poco a poco, incivilendosi.[...] Con la caduta dell'Impero d'occidente (476) anche quest'arco di terra chiamato Liguria conobbe il furore dei barbari: verso il 600, Rotari, re dei Longobardi, saccheggio Taggia ed Alberga. Seguirono le scorrerie saracene ed i Mori intorno ai 993 distrussero il Castel Vecchio d'Oneglia e ne dispersero per la campagna gli abitanti. quei valligiani ben presto formarono tanti nuclei abitati sparsi qua e la nella valle dell'Impero.[...]>>


rif. n pag. 62<<[...] Questo è l'elenco dei parroci di Candeasco rettori fino ai 1806 e poi arcipreti [...] Verda Giovanni Battista di Villa Viani (1626-1637)>>


rif. n. pag.73 <<Serie di parroci di Carpasio [...] Giacomo Verda (1699-1730)>>


Nilo Calvini" Formazione di Comuni Rurali nella Liguria Occidentale" Genova 1960


rif s. pag. 6 <<[...] e certamente molto modesti erano quasi tutti i paeselli della liguria occidentale molti dei quali si formarono proprio nel sec.X e XI. Credo infatti che l'origine della quasi totalità di essi risalga a questi secoli in cui i conti feudatari divenuti potenti e numerosi cominciarono a costruire in adatte località i loro castelli, la fondazione dei quali << traeva seco la costruzione d'un miserabile villaggio ove all'ombra dei palazzo, raccoglievansi gli uomini il cui lavoro era necessario ai padrone >>teoria già espressa dai Sismondi>>.


rif st pag.7 <<L'interesse era economico, quello di aiutarsi in tanto squallore; quelle riunioni nascevano dall'impellente necessità di coordinare gli sforzi per fecondare quelle terre orrendamente devastate e da tempo abbandonate. Questi contratti di lavoro li vediamo infatti sorgere quando i Saraceni furono scacciati da Frassineto dopo che ebbero saccheggiato , per quasi un secolo, le nostre terre. I miseri abitanti, usciti dai loro nascondigli , aiutati da pochi, discesi dai monti dove da anni stavano rifugiati, si radunano, scelgono vasti territori da coltivare , ora che e' scomparso l'incubo di essere oggetto di preda, si stringono in società per aiutarsi a vicenda e cominciano, forse inconsapevolmente, quel lavoro di organizzazione e di aiuto reciproco che darà come splendido risultato la formazione del paese a Comune e infonderà negli uomini quel mirabile amore per la libertà che fu sempre il vanto degli italiani>>.


Nino Lamboglia " I monumenti medioevali della liguria di Ponente" Torino 1970


rif. t pag. 51 Le valli di Imperia- Fra San Lorenzo e Capo Berta lungo il mare e ai riparo della dorsale montuosa che va dai monte Faudo ai monte Moro, a monte Grande e ai Pizzo d'Evigno si estende ad anfiteatro, suddiviso in più valli e vallette aperte e dai rilievo assai meno aspro che ad occidente, il territorio propriamente detto di Imperia, che fa capo ai due centri, già rivali ed oggi uniti, di Porto Maurizio e Oneglia. Esso possiede analoghe caratteristiche fisiche analoghe risorse, un dialetto affine e gli stessi connotati delle valli più vicine ad Albenga dei cui territorio comitale fece parte fino ai secolo XIIL e della cui diocesi fa par tuttora. Nel moto di emancipazione comunale e nella susseguente politica genovese dei "divide et impera", fra il secolo XIL e il secolo XIII, Porto Maurizio fu la prima a rendersi autonoma sia dai Marchesi di Clavesana signori dei contado Albenga sia dai Vescovo di Albenga che la teneva per tramite dei monaci della Gallinara, mentre Oneglia era suo dominio diretto. Vi concorse certamente la crescente fortuna del "porto” probabile fondazione navale difensiva dei bizantini già nei VI- VIL secolo, rispetto ai porto di Albenga che cessò di esistere fra il secolo XIL e il secolo XIIL in seguito alle alluvioni e allo spostamento della foce dei Centa» e così Porto Maurizio ieri, Imperia oggi, è di Albenga la vera erede, specialmente sui piano della competizione commerciale e marittima. La città unica di Imperia, nata per conservare il capoluogo della provincia ma frustrata nelle sue aspirazioni moderne alla ferrovia e allo sbocco dei Piemonte, non ha che 45 anni di vita: troppo pochi per fare storia. Essa è costituita nella realtà da due centri costieri emuli e rivali, Porto Maurizio e Oneglia, con le vallate che a ciascuna fanno capo, incorso di avvicinamento e di fusione lungo il mare e in funzione dei porto, che tuttavia non è riuscito a diventare unico. Il dualismo ha radici profonde, non solo perché già dall'antichità le vallate principali di Porto Maurizio e di Oneglia, costituirono due comunità o pagi diversi, ma anche perché dall'età feudale in poi le divergenze si accennarono: Porto Maurizio protesa sui mare e precocemente sviluppatasi in Comune mercantile, Oneglia feudo vescovile fino ai 1298, legata ad Albenga fino a questa data nella resistenza a Genova, poi integrata nella Repubblica Genovese, coi Marchesato di Dolceacqua, per abile azione di un ramo dei Doria ed a Oneglia nacque poi Andrea Doria ,” Padre della Patria” e massimo esponente della Repubblica, ma nei 1576 con altrettanto abile mossa acquistata da Emanuele Filiberto per

farne, durante tre secoli, un'appendice e uno sbocco sussidiario di Nizza, dei Piemonte sui mare. I Savoia come eredi dei Conti di Tenda e Ventimiglia-Lascaris, vennero inoltre in possesso delle alte valli di Porto Maurizio: la contea di Prelà e di Oneglia ¨ la Signoria dei Maro, ma non riuscirono mai a vincere la difesa genovese sulla linea dell'alta valle Aroscia, cosicché, se da un lato poterono interrompere la continuità territoriale dei dominio genovese lungo il mare coi possesso di Oneglia, dall'altro non conseguirono mai, se non per strade impervie, la continuità territoriale fra Oneglia e il Piemonte finché la Rivoluzione Francese e Napoleone amalgamarono Liguria e Piemonte in un unico Stato.


rif. t pag. 63 La valle di Oneglia e dei Maro. Poche vallate liguri, come quella che prende il nome pomposo dai torrente Impero (derivato nei sec. XVII¬ dall'inclusione di Oneglia sabauda fra i "feudi Imperali") presentano un aspetto così conservatore ed a un tempo così aperto alle comunicazioni con il mare e con l'entroterra, da una lato per la sopravvivenza di un'economia tradizionale legata sopratutto ai commercio oleario, dall'altro, perché da oltre un secolo cioè dalla fusione della Repubblica di Genova coi Piemonte, la valle è stata ed è tuttora percorsa dalla più importante arteria di collegamento coi Piemonte stesso, che dai tempi di Emanuele Filiberto aveva cercato di fare di Oneglia il suo sbocco ai mare, surrogato di Nizza, troppo esposta ad occidente e di Albenga saldamente genovese. Diversa era la situazione nei medioevo, perchè questa arteria aveva importanza trascurabile di fronte alle strade naturali Albenga di Teco e Albenga -Garessio lungo le valli dell'Aroscia e dei Neva e perchè la valle dell'Impero fu per tempo politicamente divisa : la parte mediana della valle, con capoluogo Pontedassio, legata ai Vescovo di Albenga e poi attraverso i Doria a Genova» la parte alta con la vasta conca rivolta ad occidente e dominata dai monte Grande passata nei secolo XILsotto il dominio dei Conti di Ventimiglia-Tenda . Di qui la denominazione tradizionale di "Valle di Oneglia” alla prima e di "Valle dei Maro” alla seconda , della quale il Castello e il Borgo dei Maro (Borgomaro) diventarono il capoluogo feudale.

Sul piano storico-architettonico questa divisione politica ebbe riflessi trascurabili, anche se nella valle dei Maro i ricordi dei Conti di Ventimiglia sono ancora vivi e frequenti, come sono visibili i maggiori legami con le forme e le influenze dell'architettura montana piuttosto che marittima. Identica è l'intensità delle culture e degli abitati, meno arroccati a formare ili Borgo-Castello come nelle valli dei Nervia e di Taggia e partecipi forse di una più intensa vitalità dei tipo di abitato rurale a ville e fondi di eredità romana.Capoluogo della "Valle Superiore di Oneglia” era Pontedassio ricco comune rurale di fondo valle privo di castello, con una ricca gamma di edifici privati dei sec. XIL e XIIL, distribuiti in più gruppi ai lati dei ponte che immetteva a ponente ai castello di Bestagno. La valle superiore di Oneglia si divideva a sua volta in due “Castellanie”: quella di Bestagno intorno a Pontedassio e quella di monte Arosio, sconfinante intorno ai "Pizzo d'Evigno” ( la più alta montagna della zona) verso le valli di Albenga con Testico e Poggio Bottaro in vai Lerone. E’ la divisione interna dei territorio rispecchiata negli statuti della valle, che risale certamente ai periodo dei dominio vescovile, ma ricalca forse divisioni e consuetudini più antiche


Nello Cerisola " Storia delle Industrie Imperiesi"


rif. c pag. 588 Elenco ordinato per cognome: Sigg. Verda: I fratelli Verda ¨ tipografi pag.165,331,336):


rif. c pag. << Sig. dott. Prof. Giorgio Luciano Verda, Ass. Regionale alla Regione Liguria già sindaco di Imperia.

rif. c pag. 23 maggio 1824 << Paolo Battista Agnesi, comprava da Giovanni Verda e madre, il molino di Pontedassio ¨ il vecchio molino privilegiato dal Re, con lo stemma di Sardegna ( la croce di Savoia e le quattro teste di moro) affrescato sulla parete>>


Riccardo Adalgiso Marini " Gli statuti di Villafranca Piemonte"


rif. c pag.18 <<Ma perché parte di queste famiglie sono estinte o dalla potenza antica decadute [tre di esse esistevano ancora nei 1561 e 1562 ed esistono ai giorno d'oggi (1640) come si legge nella lite Pallio del Baldacchino nella Festa del SIGNORE CHE LE PRINCIPALI FAMIGLIE NOBILI ERANO 8, CHE COME TALI

pretendevano di godere di tal prerogativa e preminenza cioè l'Aimar, Marini, Petitti,, La Gambara,, Noellis, Pistono, ,Rebuffi e Verduni.>>

rif. n pag.31 11 settembre 1489. <<Investitura concessa dai Duca Carlo I di Savoia a favore di Pietro, Giovenale, Gian Brunetto, Gian Francesco e Gian Tommaso fu Michele Petitti[...]


rif. n pag.34 1671-1690 Di questi anni vive ed opera grandi cose di pietà in Villafranca il padre filippino, Venerabile Sebastiano Valfrè da Verduno.>>

rif. n pag.35 1698.<< Li Verduni , nobili Villafranchesi, che fin dai principio del secolo avevano ottenuto l'investitura di parte del castello di Cantogno inoltrano lite con la Serenissima casa di Carignano per il posseso di decime in Villafranca. La Regia Camera non riconosce buone le loro ragioni e riconferma le altre parti del feudo di Cantogno ai Malingri, ai Carutti e ai Solari. Li Verduni ebbero tuttavia più tardi ragione delle loro richieste.>>

rif. c pag. 49 <<I Verduni: Antica famiglia, creduta originaria d'Ungheria, nobilitata assai tardi. Nei 1395 Verduno dei Verduni fu notaio , poi Chiavaro di Savigliano» nei 1398 Giacomo Verduni rogava il testamento di Aimone di Savoia Signore di Villafranca. Insieme coi Cerutti, Carutti, Marino, Rebuffo e Miglioretti ebbero porzioni nei '600 e '700 del feudo di Cantogno. Giovenale Verduno ne otteneva l'investitura il± dicembre 1604: Michele Antonio e Gioffredo Verduno nel 1624; Giovenale e Bartolomeo Verduno nei 1656 e così regolarmente in seguito di tempo. Ebbero sepolcro e banco in S. Stefano.Arma: d'oro a tre bande di nero, ciascuna caricata di altra banda in divisa di rosso; capo d'argento a tre lettere maiuscole romane "G” di rosso, ordinate in fasce. >>


Carlo E. Patrucco " I Saraceni nelle Alpi occidentali e spec. in Piemonte" Pinerolo 1908 rif. s pag. 8 <<[943 ] <<Omnis Agorenorum exercitus e Boiariis accisus est>>

rif. s pag. 8 <<[955]<<Otto rex cum Agorenis pugnabat in festivitate sancti Laurentii, eosque deo auxiliaate devicit>>


rif. s pag. 8 <<Nella nota a piè pagina l'autore afferma che: << È evidente almeno in questo accenno, la confusione dei Saraceni con gli Ungari e ancora : Il dubbio che anche per questo fatto si tratti di Ungari è sempre fortissimo.>>


AA.VV Guerra tra Eclino e gli estensi-Seconda caduta di Este -WWW


rif. s pag. x In un atto risalente al 1200, viene riportato : <<Furono testimonj Bertoldo patriarca di Aquileja ed i vescovi Ulrico di Passavia, Sifredo di Augusta, […]Anselmo maresciallo di Iustingen, Corrado Camerario di Verda e molti altri >>.

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